‘A voce d’ ‘e creature è sfacciata, irriverente, illuminante.
I bambini spesso riescono a dire quello
di cui gli adulti hanno paura o pudore. Dicono
che il re è nudo, e che la camorra fa schifo.
‘A voce d’ ‘e creature è una fondazione che in
una villa sequestrata a un boss raccoglie decine
di bambini provenienti dai quartieri degradati
di Napoli e dintorni. A guidare questa sfida
coraggiosa, don Luigi Merola, l’ex parroco di
Forcella, che per il suo impegno contro la camorra
è stato minacciato di morte ed è costretto
a girare con la scorta.
‘A voce d’ ‘e creature è un libro che nasce dall’incontro
fra i ragazzi di don Merola e Marcello
D’Orta, il maestro più famoso di Napoli, indimenticato
autore di Io speriamo che me la cavo.
Su indicazione di D’Orta, questi meravigliosi
“guaglioni” hanno scritto dei temi in cui raccontano,
con la loro scandalosa innocenza, Napoli
e i suoi problemi. Parlano di camorra e di pizzo,
di violenza e di monnezza. Scrivono lettere
al sindaco e al papa, danno il loro impagabile
punto di vista sul calcio, le scommesse
clandestine, i botti di capodanno. Parlano dei
loro desideri, delle loro speranze, del futuro.
Scrive don Merola: “Con questi temi i bambini
raccontano la camorra come un inferno che
brucia le speranze dei cittadini onesti, il degrado
delle strade, istituzioni quasi sempre assenti,
strutture fatiscenti. I nostri bambini, in queste
pagine, gridano il loro inno alla vita. Noi crediamo
che il riscatto di Napoli parta dai bambini,
dal dare voce alle sue creature”.
Marcello d'Orta è nato a Napoli. Famiglia numerosa (otto fratelli), è cresciuto in un vicolo della vecchia Napoli ,quella più oleografica. In questo caso, però, l'oleografia coincide con la verità: ha vissuto infatti sulla sua pelle tutti i luoghi comuni attribuiti alla sua città (l'infanzia nei vicoli, una povertà dignitosa, il padre disoccupato e la famiglia numerosa). Ha studiato prima all'Istituto d'arte (voleva fare il pittore) poi alle magistrali, e per alcuni anni all'Istituto di Lingue Orientali. Ha insegnato nei sobborghi più degradati di Napoli: Secondigliano, Forcella - la "casbah di Napoli" - e Arzano. Sposatosi a 26 anni, ha un bambino che si chiama Giacomo, in onore di Leopardi. Dopo il successo ha lasciato l'insegnamento. Collabora da 4 anni regolarmente al "Corriere dello Sport", e, saltuariamente, al "Mattino", a "La Repubblica", redazione di Napoli, e a "Il Tempo". Ha pubblicato, con Mondadori, Io speriamo che me la cavo (1990), Dio ci ha creato gratis (1992), Romeo e Giulietta si fidanzarono dal basso (1993), Il maestro sgarrupato (1996) e Nessun porco è signorina (2008); con Limina, Maradona è meglio 'e Pelé (2002); e con Marsilio, Nero napoletano (2004) e Fiabe sgarrupate (2005).
Don Luigi Merola (Napoli, 1972) è un sacerdote noto per il suo impegno civico e in particolar modo per la sua opposizione alla camorra. Come parroco di San Giorgio a Forcella, ha a più riprese condannato la criminalità locale. Nel 2003 viene intercettata la frase di un camorrista: "Lo ammazzerò sull'altare". Dal 2004 gira con la scorta. Consulente del Ministero per l'Istruzione e per la Commissione parlamentare antimafia, dirige la fondazione 'A voce d' 'e creature. Ha pubblicato, con Guida, Forcella tra inclusione ed esclusione sociale (2007) e Il cancro sociale: la camorra (2011).