di Redazione Libri Mondadori
Arriva la primavera ed è tempo di gite fuori porta. L'Italia è ricca di storia e di arte e Flavio Caroli - lo storico d'arte che riesce a narrare l'arte come un romanzo - viaggia per la penisola con un'amica di vecchia data alla scoperta di grandi artisti, monumenti famosissimi e gioielli nascosti.
"La storia dell'arte è come una teoria di stanze nella quale ogni tanto qualcuno apre una porta che introduce alla stanza successiva: Leonardo fra il Quattro e il Cinquecento, Caravaggio fra il Cinque e il Seicento, Goya fra il Sette e l'Ottocento, e via dicendo. I capolavori sono il riassunto dei pensieri più profondi di un'epoca storica, e costituiscono l'apertura visionaria verso il tempo che verrà."
Flavio Caroli è uno storico dell'arte dalle indiscusse capacità narrative. In questo saggio che diventa un romanzo, dialoga con un'amica di lunga data accompagnandola per quindici weekend e mezzo alla scoperta di grandi artisti, monumenti universalmente noti e gioielli nascosti (scelti dopo una oculatissima scrematura) nei luoghi nevralgici dell'arte italiana. Passeggiando per le vie dei cent...
Nella cartina le città visitate da Caroli e dalla sua amica nei 15 weekend... e mezzo.
Scopriamoli insieme!
6. PERUGIA E CITTA' DI CASTELLO, il tempo e il luogo della classicità: L'Umbria è patria del moderno classicismo italiano: Perugino imbocca la strada appollinea della pacificazione universale fino all'artista contemporaneo Alberto Burri che affronta i temi perenni della classicità, nella terra della classicità.
7. VENEZIA, l'anima e la luce: Giovanni Bellini, Giorgione, Tiziano... nella città lagunare prosperano la larghezza e la regalità di un'arte che non ha limiti né reticenze, e può ricoprire il mondo come un vello ancor più travolgente delle sue già meravigliose apparenze.
8. MASER, PADOVA E ANCORA VENEZIA, il Manierismo veneto: Tintoretto, Jacopo Bassano, Annibale e Ludovico Carracci sono inquieti affluenti che cercano il fiume. Per forza di cose quel fiume si chiamerà Caravaggio.
9. FIRENZE E AREZZO, Lo spazio. La luce: Firenze è protagonista di due rivoluzioni in un secolo, il Quattrocento: la prima rivoluzione consiste nella misurazione del visibile con Brunelleschi, Masaccio, Donatello e con Piero della Francesca nel quale il dialogo dell'uomo con la natura è sostenuto a un punto di meraviglioso equilibrio.
10. FIRENZE E VOLTERRA, La Maniera e i maledetti anomali toscani: La seconda rivoluzione di Firenze si manifesta nel viaggio verso la perdutezza dell'invisibile: si inzia con il genio di Leonardo per arrivare a Pontormo e Rosso Fiorentino dove la pittura decide di intraprendere un'avventura stralunata, verso il profondo, in un'esplorazione di umanissime anormalità, e allucinazioni.
11. ROMA, la grande illusione: L'orgoglio classico a Roma è talmente solido e titanico, e sono talmente grandi i geni che lo incarnano (Raffaello e Michelangelo su tutti) che nel Cinquecento non si ha nemmeno la percezione di una crisi. I giganti non possono permetterselo.
12. ROMA. LA BAGARRE DEL PRIMO SEICENTO, Annibale Carracci, Caravaggio e Bernini: a fine Cinquecento Carracci tenta di protrarre, con disperata arguzia e scetticismo, le luci della classicità, cioè del mito, o del sogno; Caravaggio oppone le crude obiezioni della realtà; Bernini, sprofondando nella realtà, scopre che la medesima ha infinite nature, che è caos, e che dunque il compito dell'arte è di rappresentare il caos, che dovrà essere almeno ordinato.
13. NAPOLI, miseria e nobiltà, cioè realismo: Il neoclassicismo si nutrirà ampiamente della pittura pompeiana antica conservata al Museo Nazionale di Napoli, ma il grande protagonista della Napoli seicentesca è Jusepe de Ribera, detto lo Spagnoletto, fino alla punta di diamante della pittura napoletana del Settecento: Francesco Solimena.
14. GENOVA, il canto libero degli introversi: Nel suo secolo d'oro, il Seicento, Genova è una delle capitali europee e inventa, non ha maestri da difendere e può permettersi di creare una propria avanguardia: l'occhio sghembo di quelli che guardano, assaporano e non parlano. Il canto libero di chi si esercita riservatamente, e quando sale sul palcoscenico scatena le facoltà istrioniche degli introversi.
15. MESSINA E PALERMO, regine del Mediterraneo: La pittura di Antonello da Messina è una specie di elemento di congiunzione fra l'esattezza ottica dei fiamminghi e la potenza plastica dell'arte centroitaliana. Ma come si fa a capire la misteriosissima Palermo se si dimentica che ha sangue parte arabo-islamico e parte nordico-normanno?
Una giornata al castello di Rivoli, vicino a Torino, più precisamente al Museo dell'Arte Povera, dove sono conservate le opere di artisti degli anni Settanta del Novecento che, in parallelo con quel che accedeva nelle università e nelle istituzioni artistiche di tutto il mondo, portavano avanti il concetto che l'arte doveva vivere nel tempo, anche un attimo soltanto, come certi prodotti della Natura, e doveva profumare appunto di Natura. Fra sculture di ghiaccio e foglie di lattuga si arriva alla fantasia senza limiti di Michelangiolo Pistoletto e della sua Venere degli stracci: